Durante questi anni di lavoro in Diamitaly ho conosciuto moltissimi aspiranti mariti, diversi per età, esperienze personali, lavori… ma tutti con un unico grande desiderio: far felice la propria fidanzata con l’anello dei suoi sogni. Alcuni di loro però mi restano più impressi nella memoria ed è proprio una delle loro storie che voglio raccontarvi oggi.
Matteo era il classico bravo ragazzo. Composto, ben vestito, non eccedeva in nulla se non in sorrisi.
Mi chiamò un pomeriggio dicendomi, con tono piuttosto imbarazzato, che stava cercando l’anello di fidanzamento per Francesca, la sua ragazza, che aveva girato moltissimi negozi ma che non lo convinceva nulla e men che meno riusciva a prendere una decisione.
Se c’è una cosa che ho imparato dalla mia esperienza è che il modo migliore per capire le necessità del cliente e riuscire così a fargli delle proposte ad hoc è porgli molte domande.
Gli chiesi così quali erano le sue esigenze e di cercare di spiegarmi cosa stesse cercando.
Forse rassicurato dal fatto di poter essere ascoltato senza impegni di alcun tipo iniziò, tranquillamente, a raccontare.
Aveva conosciuto la sua fidanzata durante un workshop di fotografia.
Erano entrambi appassionati di fotoreportage, in particolare modo di Inge Morath e mi disse che, per loro, la cosa più bella e difficile da ottenere in una foto è una luce perfetta.
E quella pensava fosse esattamente la caratteristica principale che doveva avere il suo anello per lei: brillare il più possibile.
Mi disse più o meno quanto voleva spendere e a quel punto pensai che avevamo fatto chiarezza.
Ci incontrammo due volte. Nella prima, mostrandogli diverse pietre a confronto, cercai di fargli capire che la brillantezza di un diamante dipende essenzialmente dal taglio.
Gli feci vedere, infatti, due pietre dello stesso colore e purezza di cui una con un taglio “Excellent” e l’altra con un taglio “Good”: fu completamente sorpreso di constatare che, anche ad occhio nudo, c’era una netta differenza in termini di brillantezza e lucentezza.
Mi pose molte domande rispetto a questo e ad altre caratteristiche fondamentali per un diamante cosa che, come sempre, mi fa molto piacere, perché mi dà la possibilità, rispondendo, di poter arrivare davvero a far scegliere al cliente il diamante ideale per lui.
In quell’occasione Matteo fece una cernita, scelse un paio di montature e mi chiese dei preventivi. Se ne andò dicendomi che era molto contento perché, nei negozi, non aveva mai avuto la possibilità di confrontare in prima persona dei diamanti e di avere le risposte a tutti i suoi dubbi. Mi disse anche che mi avrebbe chiamato a breve per sapere cosa aveva deciso.
In seguito alla sua chiamata lo incontrai il giorno dopo e volle rivedere due pietre che lo avevano colpito in particolare, provando a posarle anche sulle montature che aveva selezionato. Appena le ebbe sott’occhio, scelse quella più luminosa con la montatura a castone alto, che secondo lui la faceva risaltare al meglio dicendomi, sorridendo, di esser sicuro che quello era proprio l’anello che voleva.
Qualche mese dopo inaspettatamente mi chiamò in ufficio dicendomi che aveva fatto la proposta di matrimonio.
Aveva nascosto l’anello nella custodia della macchina fotografica e quando lei lo tirò fuori mi disse che i suoi occhi brillavano tanto quanto il diamante. Lo salutai dicendogli che ero molto contento che l’anello fosse piaciuto e che, ovviamente, aspettavo una sua recensione online, che poi effettivamente arrivò su facebook.
Michele, gemmologo Diamitaly
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